Nella grande libreria della stazione di Roma Termini qualche mese fa sono stata attratta dallo scaffale contenente i Sellerio di Sjöwall Maj e Wahlöö Per, e soprattutto dalla nota positiva di Andrea Camilleri a riguardo.
Ho letto “Roseanna“, il primo romanzo dove compare Martin Beck, investigatore della squadra omicidi di Stoccolma, e successivamente “Un assassino di troppo“. Malgrado il legame tra i due romanzi, le storie sono separate temporalmente da piu` di dieci anni. Inoltre, gli autori enfatizzano aspetti molto diversi. Nel primo romanzo, il giallo ha il sopravvento: il caso viene risolto, su tempi non brevi, grazie alla tenacia e perseveranza degli investigatori che continuano, anche quando le speranze di trovare un colpevole sembrano essere svanite, ad analizzare tutti i dettagli in loro possesso per dare un nome e un volto allo sconosciuto assassino.
In “Un assassino di troppo” invece, la storia poliziesca passa in secondo piano, ed e` quasi un pretesto per dare agli autori la possibilita` di criticare aspramente la societa` svedese dell’epoca (primi anni settanta), fondata su un controllo diffuso da parte delle forze di polizia. L’intreccio e` sicuramente meno interessante e piu` caotico rispetto a Roseanna, ma la possibilita` di gettare uno sguardo all’ interno di quella società, cosi` lontana e diversa da noi, che il resto d’Europa spesso ha mitizzato ma che evidentemente presentava degli aspetti critici, rende la lettura se non avvincente comunque interessante.
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