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Archive for the ‘Donne’ Category

…. e l’onere di servire il Paese (senza servirsene), per di più con una larga maggioranza, quale mai si era vista nella storia della Repubblica, è doveroso che si dedichi a questo importante compito senza “distrazioni”, che un capo di Governo non può permettersi. L’alta responsabilità comporta restrizioni di movimenti e comportamenti adeguati alla carica, per servire a tempo pieno il Paese e dedicarsi totalmente al “bene comune” dei cittadini.

A maggior ragione oggi, che il Paese è alle prese con una delle più gravi crisi economiche (ma anche morali) che abbia mai affrontato, con moltissime famiglie sulla soglia della povertà, lavoratori senza più occupazione e giovani precari a vita, senza futuro e speranza. Che esempio si dà alle giovani generazioni con comportamenti “gaudenti e libertini”, o se inculchiamo loro i valori del successo, dei soldi, del potere: traguardi da raggiungere a ogni costo, anche tramite scorciatoie e strade poco limpide?

Oggi il Paese più che di polveroni e distrazioni, necessita di maggiore sobrietà, coerenza e rispetto delle regole. E, soprattutto, chiarezza. Non solo a parole, ma concretamente, con i fatti. A poco servono imbarazzanti e deboli difese d’ufficio dei vari “corifei”, “caudatari” o “maschere salmodianti” (come li ha definiti qualcuno), che ci propinano a ogni ora ritornelli e moduli stantii, a difesa dell’indifendibile. Onel tentativo “autolesionista” di minimizzare tutto, spostando la mira su altri bersagli. Ancora peggio, poi, quando “la pezza è più grande dello sbrego” come si dice, e si definisce il presidente del Consiglio «l’utilizzatore finale» di un giro di prestazioni a pagamento (ammesso che sia vero), e si considerano le donne “merce”, di cui «si potrebbe averne quantitativi gratis». Naturalmente.

Non basta la legittimazione del voto popolare o la pretesa del “buon governo” per giustificare qualsiasi comportamento, perché con Dio non è possibile stabilire un “lodo”, tanto meno chiedergli l’”immunità morale”. La morale è uguale per tutti: più alta è la responsabilità, più si ha il dovere del buon esempio. E della coerenza, che è ancora una virtù, e dà credibilità alle persone e alle loro azioni.

Sull’operato del presidente del Consiglio oggi fanno riflettere certi silenzi “pesanti”, anche all’interno della stessa maggioranza. La Chiesa, però, non può abdicare alla sua missione e ignorare l’emergenza morale nella vita pubblica del Paese. Nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perché non intervenga e taccia. ….

…Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare.

Il problema dell’esempio personale è inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica. In altre nazioni, se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perché tanta diversità in Italia? L’autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. È pura ipocrisia o convenienza di interessi privati. Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non può pretendere una “zona franca” dall’etica. Né pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il classico “piatto di lenticchie”, da respingere al mittente.

Parlando di De Gasperi, grande statista trentino, Benedetto XVI l’ha indicato come modello di moralità per i governanti: «Il ricordo della sua esperienza di governo e della sua testimonianza cristiana siano di incoraggiamento e stimolo per coloro che reggono le sorti dell’Italia, specialmente per quanti si ispirano al Vangelo». «De Gasperi», ha aggiunto il Papa, «è stato autonomo e responsabile nelle sue scelte politiche, senza servirsi della Chiesa per fini politici e senza mai scendere a compromessi con la sua retta coscienza».
..Di fronte all’Italia che arranca, di fronte al polverone mediatico sulle vicende del premier, i problemi reali del Paese (famiglia, lavoro, immigrati, riforme…) sono passati in secondo ordine. C’è da augurarsi, quanto prima, che da una “politica da camera da letto” si passi alla vera politica delle “camere del Parlamento”, restituite alla loro dignità e funzioni. Prima che la fiducia dei cittadini verso le istituzioni prenda una via senza ritorno. A tutto c’è un limite. Quel limite di decenza è stato superato. Qualcuno ne tragga le debite conseguenze.

Tratto da una risposta  di   Don Antonio Sciortino su Famiglia Cristiana, di fronte allo sconcerto manifestato da  molti lettori


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Segnalazioni

Ho sempre fatto pochissimo uso in questo blog dei link, perche` lo considero soprattutto un diario delle mie letture e delle mie esperienze.

Oggi faccio un’eccezione, per segnalare ai miei pochi, affezionati lettori un bell’articolo di Elisabetta Povoledo pubblicato sull’International Herald Tribune e riportato ieri da Loredana Lipperini. Il tema mi sta particolarmente a cuore, come donna italiana, e come madre che vede crescere  sua figlia in questo paese dove lo svilimento continuo della figura femminile non fa piu` notizia. Quindi, ben vengano le iniziative come il documentario di Lorella Zanardo, perche` se ne parli, ci si continui a indignare per un modello che non e` accettabile e che toglie dignita` alle donne.

La seconda segnalazione e` per un bell’articolo di Alessandro Gilioli comparso ieri nel suo blog sul sito dell’Espresso. Leggo sempre Gilioli, mi piace la sua scrittura pungente e lucida. Non sempre condivido le sue posizioni, ma la sua “Lettera a un amico di destra” avrei voluto scriverla io, sebbene il mio “passato” ideologico sia molto piu` moderato di quello di Gilioli.  Le domande che rivolge al suo “amico”, vorrei farle  ad alcuni miei amici “di destra”. Tutte bravissime persone, con le quali ho condiviso la crescita in parrocchia, oppure gli anni del liceo, profondamente segnati dalla morte di Moro e durante i quali organizzavamo serate “impegnate” per  leggere i suoi scritti e discutere di “terza via”.

Quando la Dc ha vissuto la sua grande diaspora” abbiamo intrapreso strade diverse. Adesso, se solo in questo paese si potesse ancora parlare di politica senza litigare, senza distruggere le amicizie, mi piacerebbe tanto chiedere loro, come fa Gilioli:

che cosa c’entra tutto questo con De Gasperi, con Adenauer, con Koestler – e con tutte le altre nostre comuni letture formative?”

E a tutti loro vorrei dire:

” Fatelo, liberatevi, emancipatevi dal Capo che vi ha comprati e soggiogati quindici anni fa. Fatelo per voi, per il vostro bene prima ancora che per il nostro, fatelo per i valori in cui avete creduto quando per conquistare il consenso non avevano bisogno di Emilio Fede, Liguori, Belpietro, Minzolini, Giordano e tutti gli altri servi che in fondo al cuore – lo so – disprezzate ” almeno quanto li disprezzo io.

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Sconcerto…..

La prima rete Rai spende quattro prime serate a disquisire sulle forme di cento belle ragazze (che si sottopongono agli sguardi e ai commenti di individui tipo Taricone), con i rispettivi genitori che si dicono pure ‘fieri’ di vederle in quella situazione.

E` tutta l’estate che ogni sera, da una punta all’altra dello stivale senza escludere le isole, una decina di belle ragazze si sottopongono a una umiliante pseudo gara e alle prese in giro di Greggio pur di conquistarsi un posto in televisione.

Ieri sera una campionessa sportiva, modello sicuramente da ammirare/imitare, e che non necessita affatto di visibilita` televisiva, si e` prestata a questa umiliante farsa.

Perche` tutto cio` accade? Come ci siamo arrivati? Dove abbiamo perso il controllo? In questo clima, io devo far crescere una figlia di sette anni. Devo insegnarle a diventare donna senza sentirsi oggetto, a non considerare la bellezza il piu` desiderabile dei doni della natura, e non sentirsi sempre e comunque inferiore al maschio, soprattutto se potente.

Che impresa ciclopica sara` la mia.

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Segnalo questa bella idea il cui slogan e`: “ne` maschi ne` femmine ma nati per la pace”. Si tratta di una coccarda con i colori della bandiera della pace,  che vuole essere il simbolo della nascita di un individuo libero dagli stereotipi. Bello bello bello. Per me e` troppo tardi, ma chissa` che la segnalazione non possa servire a qualcuno!

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Segnalo una bella lettera pubblicata sul blog di Loredana Lipperini.

Credo che il merito maggiore del libro di cui gia` ho parlato, sia quello di offrire una chiave di lettura della realta` che aiuta ad acquisire consapevolezza. Spesso noi adulti guardiamo alle cose per bambini con occhi da adulti appunto, tendiamo quindi a minimizzare gli effetti negativi, poiche` abbiamo a disposizione (o perlomeno dovremmo aver maturato) uno spirito critico che ci permette di distinguere la realta` dalla fesseria.

Per un bambino e` molto piu` difficile. Un bambino tende ad assorbire cio` che riceve dal mondo degli adulti che per lui sono importanti come verita` assoluta. Lo vedo anche nelle piccole cose: quando mia figlia usa una parola sbagliata, o dice una cosa non vera perche` ha capito male, e io la correggo, tende subito a giustificarsi con frasi tipo: “Ma lo dice anche la nonna!”, oppure “Me l’ha detto la maestra!”. Allora devo intraprendere un percorso che le faccia capire che lei ha dato una interpretazione sbagliata di una cosa detta in maniera diversa da come lei l’ha recepita, da un adulto di riferimento.

Ricordo un episodio accaduto quando insegnavo fisica a ragazzini di prima superiore, con un basso livello culturale alle spalle. Parlavamo della forza di gravita`, del fatto che per simularne l’assenza, sulla Terra, si fanno esperimento all’interno degli aerei in caduta libera.

Un ragazzino comincio` a dire che lui sapeva che esisteva una macchina per generare l’anti-gravita`, che permetteva di annullare del tutto l’effetto della forza di gravita` sulla Terra. Alla mia domanda: ma dove l’hai sentito? lui rispose: “L’ho visto in televisione!”. Il fatto di averlo visto in televisione automaticamente dava credibilita`, ai suoi occhi, a questa notizia e allo stesso tempo annullava la credibilita` dell’insegnante….

Quindi, se una bambina leggera` cose “principettose” su un giornalino, che magari a noi mamme sembra stupido ma fondamentalmente innocuo, alla lunga si convincera` che il “modello principessa” e` quello da perseguire e che bellezza e seduzione sono ‘armi’ indispensabili che il mondo degli adulti le richiede di sviluppare.

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…la storia della lavandaia, nelle frasi di ieri mia figlia ha scritto:

“La mamma si compra un diamante” 8)

A parte il fatto che in gioielleria mia figlia mi ha visto comprare al massimo qualche regalino per qualche battesimo, e quest’anno una collana di argento per il mio compleanno (me l’ha regalata lei), e io non possiedo diamanti (e mai ho dimostrato o espresso interesse a possederne), mi ha fatto sorridere vedere come mi abbia voluto inserire in una situazione di non-fatica, e se vogliamo di piacere. Eppure, lo stereotipo di genere c’ e` ancora, solo che adesso rappresenta una donna ricca. Questa propensione allo stereotipo di genere, a sette anni, in una famiglia attenta e assolutamente non stereotipata nei suoi ruoli, e` davvero sconcertante.

I bambini sono come la carta assorbente, evidentemente mia figlia ha gia` assorbito tutto cio`, ma da dove? La scuola forse? I cartono animati? le favole stesse? Certo, in parte e` tutto vero. Credo davvero che sia l’insieme di tutto cio`, l’insieme di tutti i piccoli, insignificanti (se presi da soli) messaggi. Si potra` intervenire? Si potra` aiutarla a crescere senza che il suo maggiore desiderio sia essere abbastanza bella per poter sposare un calciatore?

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Frasi

D’abitudine, tutte le sere appena rientriamo a casa, guardiamo i quaderni di mia figlia, anzi, e` lei che molto orgogliosamente ci mostra i suoi quaderni e la lezione per casa. Ieri la lezione consisteva nello “scrivere 6 frasi a piacere e illustrarle con un disegno”.

Una delle frasi era:

“La mamma lava i panni alla sorgente” 😯

A parte il fatto che mia figlia ha visto poche sorgenti in vita sua, e in questo forse siamo stati carenti, sicuramente non ha mai visto nessuno lavare i panni a una sorgente, e men che meno la sua mamma. Mi sbilancero` di piu`: al massimo puo` avermi visto mettere i panni sporchi dentro la lavatrice e tirarli fuori puliti, ma credo che non mi abbia mai visto lavare.

Memore dei moniti della Lipperini, le ho chiesto:

“Ma come ti e` venuta in mente questa frase? Perche` invece non hai scritto: “La mamma va a una conferenza di fisica?” ”

“Ma dai mamma, e poi come facevo a illustrarti con un disegno?” 😯 😯

Premesso che quando posso mi porto mia figlia nei viaggi di lavoro, e spesso e` venuta nel mio ufficio e quindi mi ha visto al lavoro in molte situazioni, evidentemente appartengo ad una categoria di mamme non “rappresentabile”!

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Ieri sera ho finito di leggere “Ancora dalla parte delle bambine” di Loredana Lipperini. Libro molto bello, che ha stazionato per un po` sul mio comodino. Infatti, c’e’ voluta una buona dose di coraggio ad iniziarlo. Sapevo che sarebbe stato forte e doloroso come un pugno nello stomaco.

Alcune delle cose che ci dice, sono sotto gli occhi di tutti, sono cosi` evidenti: mi riferisco allo sfruttamento dell’immagine e del corpo della donna a fini pubblicitari, alla cattiva televisione (quella della “pupa e il secchione”, o di Maria De Filippi, per intenderci), ai modelli femminili anoressici e vincenti (alla Paris Hilton). Eppure, proprio perche` queste rappresentazioni lesive della dignita` della donna e del corpo femminile sono all’ordine del giorno, si dovrebbe fare di piu` per contrastarle.

Ma cio` che davvero sconvolge e` tutto il resto: i dati e le statistiche sulla violenza sulle donne; la re-genderizzazione generale della nostra societa`; gli stereotipi di genere subdoli trasmessi attraverso i libri di testo gia` in prima elementare; i cartoni animati e i personaggi femminili: o secondari o trascendenti (maghe, streghe, fate); la pubblicita` e il continuo abbassarsi dell’entry-point al consumo di beni che sembrano rivolgersi a ragazze ma in realta` guardano alle bambine; la carta stampata: un fiorire di giornali e giornaletti ‘al femminile’ che allenano al culto del corpo e della bellezza, non stimolano l’intelletto e inducono al consumo di beni assolutamente inutili, e tutto cio` rivolgendosi a un target  che parte addirittura dai 4 anni. Per concludere con la larga diffusione delle comunita` virtuali pro-ana.

Quale genitore non resterebbe sconvolto da tutto cio`. Credo che genitori ed educatori dovrebbero leggere il libro. Ieri mia figlia ha portato a casa il lavoretto di Pasqua: un coniglietto in cartone realizzato a scuola, rigorosamente “rosa per le femmine, azzurro per i maschi”. Perche` non giallo per tutti, mi e` venuto naturale chiedermi? Perche` i maschi hanno il grembiule scolastico corto e le femmine lungo? Forse perche` i maschi devono essere liberi di correre? Certo, sciocchezze, ma cio` che davvero allarma e` il confluire di molti segnali tutti nella stessa direzione, e l’inquietante quadro d’insieme che mi fa temere che mia figlia stia crescendo in un mondo che le e` molto piu` ostile, in quanto donna, di quanto non lo fosse 30-40 anni fa nei miei confronti.

La cosa che mi ha addolorato di piu`, come madre, e` la consapevolezza che tutto cospira contro di noi: saremo comunque additate come colpevoli. Nel libro la vis destruens e` molto forte (un’amica dopo averlo letto non e` piu` riuscita a comprare la biancheria di Hello Kitty in offerta speciale all’Ipercoop!). Io avrei preferito una pars construens piu` articolata. Il libro si conclude dicendoci che la rinascita delle bambine avverra` grazie alle bambine stesse, che sapranno trovare la giusta strada. Porta come esempio quello delle comunita` web di fan-writers, per lo piu` ragazzine, che decompongono come in un Lego libri, film , ma soprattutto fumetti, per ricomporli a loro piacimento in schemi in cui l’elemento femminile e` scomparso, ma solo per lasciare spazio ad una forma estetica maschile, o forse sarebbe meglio dire neutra, che inglobi il meglio dei due generi e riaffermi il valore del confronto tra persone, in maniera del tutto indipendente dal genere. Il fenomeno mi e` del tutto sconosciuto. Certo, e` un seme di ottimismo, una maniera molto diversa di opporsi rispetto a quella delle nostre madri che scesero in piazza.

Loredana Lipperini nel suo blog afferma “Spero che sia, soprattutto, un libro utile.” Indubbiamente lo e`. Dopo averlo letto si acquisisce una consapevolezza che forse era andata perduta, si “drizzano le orecchie”. Ci eravamo rilassate, forse troppo. Noi che aspiravamo ad avere tutto, dobbiamo aiutare le nostre bambine al alzare la testa, a puntare in alto, ad individuare sogni che vadano al di la` dello sposare un calciatore. Dobbiamo metterci, come hanno fatto trenta anni fa le nostre madri, ancora una volta dalla parte delle bambine.

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A casa di mia mamma abbiamo le Barbie e la casa della Barbie. Ieri, dopo il pranzo dalla nonna, ci siamo messe a giocare  con due Barbie-sorelle, e in particolare io facevo la parte della sorella che andava a trovare la Barbie nella casa, interpretata da mia figlia. Riferendosi alla mia Barbie, mi dice:

“Facciamo che lei fa la MODELLA, e mi veniva a trovare”

“Perche` proprio la modella, con tutte le professioni che ci sono?” ribatto subito io.

“Mamma, lo vedi come e` vestita? Con tutta la pancia di fuori? che altro lavoro potrebbe fare se non la modella? E poi mi pare che ci fosse proprio scritto sulla scatola che questa era Barbie-modella. ”

Poiche` il ragionamento non faceva una grinza, e la Barbie in questione ci era stata regalata, e io non avevo proprio notato cosa ci fosse scritto sulla scatola (ma mia figlia evidentemente lo aveva notato, capite? e anzi se lo ricordava ancora….) ho cercato su due piedi di individuare una professione alternativa per la mia Barbie, e le ho proposto:

“Facciamo invece che la mia Barbie fa la giornalista?” e lei:

“Si mamma, che bella idea! La giornalista in una RIVISTA DI MODA!”

Ecco, sebbene la televisione a casa nostra sia quasi sempre spenta, e le riviste di moda non entrino, questa conversazione, che forse due settimane fa mi avrebbe lasciato indifferente, adesso, durante la lettura del libro della Lipperini, mi ha fatto ulteriormente riflettere sul fatto che i condizionamenti di genere sono davvero piu` pericolosi e subdoli di quanto una mamma che si crede attenta possa ingenuamente pensare.

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Oggi mi sento come svuotata di energie. Un toccasana sarebbe potersi rilassare guardando il sole che si tuffa nel mare, ma in questo colpo di coda dell’inverno, so gia` che non sara` possibile.

Sono reduce da due giornate in cui ho incontrato un centinaio di ragazzi e ragazze di fine liceo, cercando di dare loro qualche strumento che li aiuti a fare luce dentro di se`, a scegliere il loro futuro.

Non so se alcune delle sensazioni che ho percepito siano reali, o piuttosto frutto dell’enorme influsso che sta avendo su di me il libro della Lipperini che sto leggendo (ma “Ancora dalla parte delle bambine” merita cosi` tante riflessioni e commenti che di questo parlero` a parte).

Fatto sta che ho visto davanti a me giovani donne bisbigliare risposte esatte dalle prime file, tragicamente sovrastate da risposte errate urlate dai loro colleghi maschi nelle ultime file.  Poiche` gli studenti dovevano lavorare in coppie, ma erano in numero complessivo dispari, non sono riuscita a distaccare (letteralmente) tre ragazze che facevano gruppo, e a convincerne una a lavorare da sola (la semplicita` dell’attivita` svolta era tale che non avrebbe avuto nessun problema: il lavorare a coppie era dovuto al fatto che altrimenti non avremmo  avuto computer per tutti). Non c’e’ stato niente da fare: si muovono  in coppie, e se questo non e` possibile si muovono in tre!

Ma che sogni hanno queste giovani donne? Una ha detto: “Io vorrei studiare fisica, ma non so se saro` capace”. Quale essere umano puo` sapere in anticipo se sara` capace di soddisfare i propri sogni o di compiere un’impresa? Se ognuno avesse rinunciato solo sulla base di questa paura, dove sarebbe ferma adesso l’umanita`? Io ho detto loro: Osate! Tirate fuori i vostri sogni! Puntate in alto! Che senso ha partire al ribasso? Un atleta gareggia per l’oro, non certo per il bronzo! Se poi non ce la fara`, ben venga anche il bronzo, ovviamente.

Se si cerca un volontario, e` difficilissimo trovarne uno, maschio o femmina, anche solo per fargli dire delle semplici cose, avendole magari suggerite o scritte prima. Ma trovare una ragazza che si faccia avanti, e` praticamente impossibile, o comunque, a me non e` mai capitato. Il primo giorno, avendo bisogno di un portavoce che parlasse in inglese, si e` fatto avanti un ragazzetto, tutto preso di se`, le cui capacita` linguistiche si sono rivelate molto al di sotto di quello che il suo atteggiamento, cosi` sicuro di se`, poteva far presagire. Alla fine e` stato salvato da una compagna di classa che gli si e` seduta accanto, e lo ha aiutato suggerendogli le parole da usare. Questa ragazza parlava l’ inglese meglio di me: perche` allora non ha avuto il coraggio di farsi avanti?

Un’altra giovane donna, in prima fila, mentre io parlavo, scriveva sms. Chissa` quali importanti e improcrastinabili messaggi, questione di vita o di morte, non potevano aspettare  che semplicemente lei lasciasse la stanza. Magari scambiava messaggi con un suo compagno dell’ultima fila, maschio ovviamente. Forse anche io sono vittima dello stereotipo degli stereotipi: donna iena contro le donne, e me la prendo con lei e non con i maschi.

Ma cosa e` cambiato? Mia figlia ha sette anni, ma queste ragazze potrebbero essermi figlie. Eppure, io tra le mille insicurezze, mi ricordo molto piu` determinata di come loro mi appaiono oggi. Ma come apparivo io agli altri? Ma allora ha ragione la Lipperini? Le cose sono cambiate in peggio cosi` tanto? E come sara` mia figlia tra dieci anni? Riusciro` ad aiutarla a diventare una giovane donna che sappia guardare dentro di se` senza lasciarsi spaventare dai condizionamenti esterni? Oppure acconsentendfo ad arredare la sua stanza con una tenda delle Principesse, ho gia` inconsapevolmente minato la sua autostima in divenire? Il libro della Lipperini (ecco, non ne volevo parlare e invece lo faccio), toglierebbe il sonno a qualsiasi mamma…..

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