Quando ho comprato in una libreria di aeroporto il secondo romanzo di Jonathan Safran Foer, non avevo idea di chi fosse l’autore, e non avevo mai letto alcuna recensione di “Ogni cosa e` illuminata”, il suo precedente e famoso romanzo.
E` stata quindi una piacevolissima sorpresa scoprire, pagina dopo pagina, un romanzo piacevole e allo stesso tempo originale e intenso.
Oskar ti resta nel cuore. Quante delle sue osservazioni non credo che dimentichero` presto. Oskar ha letto su National Geographic che ci sono più persone vive oggi di quante ne sono morte in tutta la storia dell’umanita`. Quindi, se tutti i vivi volessero recitare Amleto contemporaneamente, tenendo in mano il teschio di Yorick, non ci sarebbero abbastanza teschi a disposizione. Oskar e` ateo, ma dice che sarebbe felice se sapesse che Dio esiste.
Forse nel finale si cerca la conclusione troppo in fretta, una volta svelato il mistero della chiave nel vaso, o forse e` stata la mia impressione perche` non volevo separarmi da Oskar troppo presto. Pero` il paragrafo finale, accompagnato dalla sequenza di foto del corpo che sale verso l’alto, rivivendo tutta la storia dell’ universo al contrario, fino ad Eva, fino alla fusione della luce e del buio, cosicche` “saremmo stati salvi”, e` talmente bello da riscattare senz’altro il finale frettoloso.
Il dolore di Oskar si fonde col dolore del nonni paterni, che hanno vissuto il tragico bombardamento di Dresda e sono impazziti per sopravvivere.
In una sola parola: bello.